L’inventario è l’insieme delle operazioni per determinare lo stato patrimoniale esistente in un determinato momento. L’inventario va trascritto nel libro degli inventari come previsto dal codice civile all’articolo 2214 insieme al libro giornale, le scritture contabili obbligatorie per l’attività commerciale. L’inventario è costituito anche dal conto economico che analizzeremo in un prossimo articolo.
Lo stato patrimoniale è la sintesi delle osservazioni sui valori del patrimonio aziendale negli aspetti qualitativi, quantitativi e temporali. Avere a disposizione i dati dello stato patrimoniale dell’azienda non è importante soltanto perché obbligatorio per legge, ma anche per avere a disposizione i dati sugli strumenti per il lavoro d’impresa. I contenuti dello stato patrimoniale sono delineati dagli articoli 2424 e 2424-bis del codice civile. Crediti verso i soci, immobilizzazioni materiali ed immateriali, immobilizzazioni finanziarie, rimanenze, crediti, attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni, disponibilità liquide, ratei e risconti, capitale netto, fondi per rischi ed oneri, trattamento di fine rapporto lavorativo e debiti.
Dal nuovo codice civile Italiano, e precisamente dall’articolo 2435-bis, le società che non hanno emesso titoli negoziati in mercati regolamentari, possono redigere il bilancio in forma abbreviata quando non abbiano superato alcuni limiti nel primo esercizio o per due esercizi consecutivi:
- 3.650.000 euro di totale dell’attivo patrimoniale
- 7.300.000 euro di ricavi e prestazioni
- 50 unità di dipendenti occupati
La semplificazione del bilancio per le società minori consiste nell’indicare nello stato patrimoniale e non nel conto economico, alcune delle voci indicate dall’articolo 2424.
Lo stato patrimoniale viene rappresentato in un prospetto a due sezioni, a sinistra il dare ed a destra l’avere. Esiste anche una rappresentazione meno consueta, a sezioni sovrapposte, in cui per prime vengono scritte le attività, seguite dalle passività. I valori che vengono riportati nello stato patrimoniale vengono valutati in base ad alcuni criteri.
- Immobilizzazioni: vanno indicati al costo d’acquisto o di produzione.
- Ammortamenti: vanno indicati i valori residui dei beni, e se questi sono minori del coefficiente d’ammortamento, devono essere iscritti per tale minor valore.
- Immobilizzazioni in aziende collegate.
- Costi d’impianto, ricerca, sviluppo e pubblicità.
- Crediti: devono essere iscritti secondo il valore presumibile di realizzo.
- Rimanenze.
- Accantonamenti per rischi ed oneri: sono destinati a coprire perdite o debiti anche se alla chiusura dell’esercizio risultano indeterminati.
- TFR: deve essere indicata secondo l’articolo 2120 del codice civile.
Oltre a questi primi criteri di valutazione abbiamo anche quelli economici, che sono indipendenti dai criteri civilistici e che rispondono alle sole leggi economiche e di mercato.
- Nominale: denaro, titoli, assegni e cambiali.
- Costo storico: costi per l’acquisto di beni materiali come terreni, merci, fabbricati ed altro.
- Presunto valore di realizzo: il valore dei crediti e dei debiti.
- Costo rivalutato: applicabile a terreni e fabbricati, è il valore di rivalutazione in base al tasso di cambio monetario.
- Costo diminuito delle quote di ammortamento: il valore dei beni strumentali esposto all’attivo diminuito delle quote di ammortamento applicate.
- Valore di scambio o del prezzo corrente: il valore di una futura vendita del bene strumentale o il prezzo corrente sul mercato al momento della valutazione.
Uno strumento utile alla gestione informatica dello stato patrimoniale è il software gestionale Vikings 2012 Business, infiniti livelli di conti e stampa su quattro livelli del piano dei conti.