Prima dell’adeguamento alla normativa CEE, il vecchio conto economico era configurato in due sezioni contrapposte, denominato “conto profitti e perdite”. La differenza tra la precedente rappresentazione del conto economico e quella attuale, che prende spunto dal modello anglosassone, risiede nel fatto che precedentemente occorreva confrontare ed interpretare alcuni dati, mentre ora sono immediatamente valutabili.
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La nuova struttura del conto economico è in forma scalare con un’unica sezione nella quale vengono evidenziate cinque classi di valori:
- Valore della produzione
- Costi della produzione
- Proventi ed oneri finanziari
- Rettifiche dei valori di attività finanziarie
- Proventi ed oneri straordinari
Vediamo di chiarire, una per una, il significato di queste classi.
Nel valore della produzione vengono indicati i ricavi provenienti dalle vendite, prestazioni ed altri conti tipici di ricavo da attività d’impresa. A questi vanno dedotti sconti ed abbuoni passivi. Nei costi della produzione vengono elencati i valori relativi a materie e merci acquistate per elaborare servizi e prodotti, con deduzione di abbuoni e sconti attivi. Il calcolo della differenza tra ricavi e costi di produzione è il risultato tipico della gestione ordinaria dell’impresa. Nei proventi ed oneri finanziari vanno collocati oneri, costi e ricavi derivanti dalle attività di gestione delle disponibilità finanziarie aziendali. Nelle rettifiche dei valori di attività finanziarie vanno inseriti le rivalutazioni e le svalutazioni delle immobilizzazioni finanziarie e di titoli diversi aventi carattere non temporaneo e non occasionale. I proventi ed oneri straordinari sono costiuiti da tutte le sopravvenienze attive e passive non imputabili alla gestione ordinaria ed a quella proveniente da attività precedenti. Dalla somma algebrica dei costi e dei ricavi della gestione abbiamo il risultato prima delle imposte, che è l’utile effettivo o la perdita d’esercizio dell’impresa.