Sono passati un bel po’ di anni da quando Linux ha fatto la sua prima comparsa nei nostri desktop ed a quei tempi pensare che un giorno avrebbe potuto rimpiazzare l’accoppiata Windows/Office in ufficio era veramente impensabile. In questo articolo vedremo di capire se utilizzare Linux in ufficio è realmente praticabile. Uno dei primi impieghi di Linux fuori dall’ambito sperimentale è stato come base di supporto per i più disparati servizi di rete, grazie soprattutto all’eccellente implementazione dello stack TCP/IP ed al grande numero di applicazioni di rete disponibili sotto forma Open Source. Attualmente Linux è affermato come back-end per servizi di rete come:
- Server Web
- Web Farm con cluster di server
- Server DNS
- Server di posta elettronica
- Gateway
- Firewall
- Router con servizi speciali
- Server di database
- Condivisione di file e stampanti
La lista potrebbe continuare, ma credo di aver reso l’idea che Linux è affidabile ed utilizzabile praticamente ovunque per svolgere qualsiasi compito, purché ci sia qualcuno che sappia farlo funzionare ed eventualmente scrivere le parti mancanti. Il problema quindi è che le persone con le giuste competenze non si trovano dietro l’angolo e spesso questo si traduce nel non avere a disposizione le applicazioni di cui si ha bisogno, oppure le applicazioni ci sono, ma sono sviluppate da gruppi paralleli e nessuna ha le giuste caratteristiche, oppure le applicazioni ci sono, ma il loro funzionamento è talmente ostico da scoraggiare l’utente più volenteroso. In ogni caso Linux richiede molto tempo a disposizione per sperimentare diverse soluzioni ed eventualmente migliorare quelle esistenti, da portare le aziende, per le quali il tempo è denaro, ad allontanarsi da questo sistema. Pensando proprio alle aziende ed essendo oltre 14 anni che sviluppo software gestionali anche personalizzati, mi sono chiesto se Linux può finalmente essere pronto per essere utilizzato nelle imprese, dove gli addetti non brillano di solito in capacità informatiche a causa di sbagliate politiche di gestione delle risorse umane. Penso ad esempio al fatto che normalmente in azienda prima si installano macchine e software e poi si lavora senza le adeguate conoscenze che un corso di informatica generale potrebbe risolvere, ma che per risparmiare non viene fatto, non sapendo che è la base del lavoro in ufficio. Quindi al di là delle guerre di religione pro Linux o Windows, voglio vedere fino a che punto si può cavalcare la causa del pinguino per migliorare il lavoro in ufficio con il computer.
All’inizio Linux risiedeva beatamente su computer desktop di casa di programmatori, sistemisti o ricercatori per avere un’ottima alternativa gratuita agli altri sistemi operativi. Gradualmente Linux si sta affermando anche sui desktop e portatili di utenti meno tecnici, non sviluppatori, che magari lo installano per semplice curiosità e poi lo continuano ad utilizzare perché imparano sempre di più e non spendono migliaia di euro per comprare le licenze software. Le applicazioni per uso personale disponibili coprono la maggior parte delle esigenze di qualsiasi utente: ci sono editor grafici piuttosto completi, codificatori audio, strumenti per l’acquisizione, la compressione e l’editing di video digitale, perfino giochi abbastanza buoni. La gestione dei file con Konqueror o Nautilus ( rispettivamente di KDE e Gnome ) sono mature e presentano tutte le caratteristiche evolute come associazioni di file, gestione trasparente delle risorse di rete ed altro. Per l’editing testuale, grafici e fogli elettronici abbiamo OpenOffice, Abiword, Koffice e tanti altri. Per navigare abbiamo un ottimo browser quale Firefox e molti altri che pian piano stanno diventando sempre più buoni. Sembra quindi che non manchi nulla a Linux in ambito domestico, difatti se si ha tempo a disposizione e voglia di sperimentare, Linux è un’ottima scelta, anche perché completamente gratuito.
A questo punto proviamo a cambiare punto di vista e mettiamoci nei panni di un’azienda medio-grande, il cambio di prospettiva è notevole, per almeno due motivi: gli impiegati devono poter cooperare in modo efficace ed i diversi servizi informativi aziendali devono essere perfettamente integrati. Oggi i documenti di testo sono quasi tutti convertibili l’uno con l’altro, ma i database creati in Access, per esempio, non possono essere convertiti per OpenOffice e molte aziende lavorano su questi modelli, che si possono trovare anche gratuitamente. Colpa anche delle istituzioni private e pubbliche è diffondere file in determinati formati di società private, che costringono l’azienda a comprare per forza di cose il software a pagamento, ecco perché ancora oggi le aziende mi chiedono dei computer prestanti e tutti con Windows e Office perché quasi diventati degli standard in azienda. Inoltre abbiamo ancora sistemi informatici di vecchia generazione come AS/400 e SAP/R3 che sostengono una percentuale non indifferente di servizi aziendali. Questi sistemi, di dimensioni e complessità tali da scoraggiare qualsiasi tentativo di migrazione, sembrano non invecchiare mai grazie al fatto che, tutto sommato, fanno il loro dovere senza creare particolari problemi ed inconvenienti.
Quali alternative ci sono, allora, per consentire a chi utilizzasse Linux di non restare fuori dalle attività aziendali? Utilizzare Wine per far funzionare Office? Utilizzare WMWare o VirtualBox per far girare Windows in macchine virtuali? In ogni caso si devono acquistare le licenze di Windows ed Office, quindi dov’è la convenienza? L’unica realtà proponibile è utilizzare quindi Linux fin da subito, il che significa però spazzare via ogni infrastruttura informativa esistente ed inoltre creare nuovamente un know-how di sistemisti ed utenti. In alcuni casi significa dire addio a software sviluppati ad hoc da società di informatica che in passato hanno collaborato con loro.
In futuro Linux verrà utilizzato sempre di più e probabilmente i giovani imprenditori fin dall’inizio utilizzeranno il pinguino per la loro amministrazione, ma per ora, in azienda, Windows ed Office la fanno da padrone.